mercoledì, 24 Dicembre 2025
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Dagli schiaffi al fucile nascosto: la ricostruzione della notte in cui Valentina Peonio è rimasta ferita

Piazza Nascè, Calì schiaffeggiato prima della fuga: nuovi dettagli sulla sparatoria

Emergono nuovi dettagli sulla sparatoria avvenuta sabato notte in piazza Nascè, a Palermo, dove Valentina Peonio, 33 anni, è rimasta ferita da un colpo di fucile da caccia.

Subito dopo lo sparo, mentre Valentina Peonio giaceva per le numerose ferite, Giuseppe Calì, colui che ha sparato, si sarebbe avvicinato a lei. In quel momento è intervenuta l’amica che era con la trentatreenne, reagendo d’istinto per difenderla. La giovane è la fidanzata di uno dei tre ragazzi uccisi nella strage di Monreale

, in cui persero la vita Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvo Turdo. Un incubo già vissuto otto mesi prima, che è tornato all’improvviso. La ragazza avrebbe strattonato Calì e gli avrebbe dato uno schiaffo, poco prima che il ventunenne risalisse in auto fuggendo insieme alla cugina.
Giuseppe Calì

Questo passaggio è contenuto negli atti che hanno portato all’arresto del giovane di Borgo Nuovo, attualmente detenuto nel carcere Pagliarelli in attesa della convalida. Nei suoi confronti si procede per detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina, oltre che per lesioni, sparo in luogo pubblico e omissione di soccorso. Calì avrebbe detto di aver trovato l’arma in un cassonetto e che il colpo sarebbe partito per errore.

Al momento non viene contestato il tentato omicidio: allo stato degli atti, non sarebbero emersi elementi tali da sostenere la volontarietà del gesto. Negli atti risulta un precedente penale a carico del 21enne, relativo a una rapina impropria avvenuta lo scorso dicembre in una tabaccheria di viale Regione Siciliana.

La ricostruzione della notte si basa sul racconto di chi era con Valentina dopo una serata trascorsa in un locale del centro. Le due stavano rientrando verso l’auto quando, all’incrocio tra via Quintino Sella e piazza Nascè, hanno notato una Smart ferma nei pressi di un fioraio. Dal bagagliaio, hanno visto il conducente estrarre un fucile. Spaventate, hanno accelerato il passo nel tentativo di allontanarsi, ma pochi istanti dopo la trentatreenne è caduta a terra, ferita ma cosciente.

È a quel punto che, secondo quanto riferito, Calì avrebbe cercato di giustificarsi. «Scusa, scusa, non l’ho fatto apposta. Rimango qua, puoi chiamare chi vuoi, rimango qua», avrebbe detto alla donna ferita. La testimone, però, ha tentato di impedirgli la fuga, cercando di estrarre le chiavi dal cruscotto della Smart. In quel frangente si è accorta che il fucile utilizzato per sparare si trovava all’interno dell’abitacolo, fra i due sedili, all’altezza del freno a mano. Ha provato a impossessarsene, ma l’arma le è stata strappata dalle mani.

Intanto un residente ha chiamato il 112 e un altro è riuscito a fotografare la targa della Smart prima della fuga.

Nel corso dell’interrogatorio, Giuseppe Calì ha ammesso di essere stato lui a imbracciare il fucile, fornendo una versione dei fatti che però non ha convinto gli inquirenti. «Non mi ricordo in che zona ero e non mi ricordo che ora erano. Mi sono accostato in auto in un posto isolato perché dovevo andare in bagno e ho trovato questo fucile in un sacco in mezzo ai contenitori che c’erano per la strada. L’ho raccolto, era montato. L’ho preso per curiosità», ha dichiarato.

Il ventunenne dopo essere fuggito via avrebbe nascosto l’arma in un terreno in via Castellana, a poca distanza dalla sua abitazione.

È stato lo stesso Calì, una volta rintracciato dagli agenti della Squadra mobile, a indicare il punto in cui scavare. Lì è stato recuperato e sequestrato il fucile da caccia privo di matricola. Davanti agli inquirenti, il giovane ha ribadito di essere stato impaurito e confuso, sostenendo che lo sparo sarebbe partito accidentalmente, senza premere il grilletto, e di essersi accorto solo in un secondo momento che la vittima era stata colpita.

Valentina Peonio, intanto, sarebbe fuori pericolo. Trasportata in codice rosso all’ospedale Villa Sofia, i medici le hanno riscontrato il foro di entrata dei pallini sopra la scapola sinistra e altre lesioni giudicate guaribili in quindici giorni.

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