giovedì, 27 Novembre 2025
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Il doppio album-fumetto esplora immaginazione, identità e rinascita creativa dopo anni di silenzio forzato

Orbit Orbit”: il nuovo viaggio di Caparezza tra suoni e tavole illustrate

Orbit Orbit, il nuovo progetto di Michele Salvemini in arte Caparezza, pubblicato il 31 ottobre 2025 per Sony Music, rappresenta uno dei lavori più ambiziosi dell’artista, non solo sul piano musicale ma anche su quello narrativo.
Nasce infatti come un doppio LP accompagnato da un fumetto di 256 pagine, edito da Sergio Bonelli, scritto dallo stesso autore e illustrato da nove disegnatori diversi. Un progetto multimediale, che unisce musica e narrazione grafica in un unico universo immaginario.

La genesi di Orbit Orbit è strettamente legata alle difficoltà fisiche affrontate dall’artista negli ultimi anni: acufene e una progressiva ipoacusia che hanno messo in discussione il suo rapporto con il suono. L’uso di apparecchi acustici e sistemi in-ear gli ha permesso di recuperare parte del controllo in studio e nei live, ma soprattutto lo ha spinto a tornare alla sua prima passione, il fumetto, studiandone la sceneggiatura e riscoprendone il potere salvifico. L’album nasce così come una sorta di colonna sonora dei capitoli del fumetto, trasformandosi progressivamente in un’opera unica in cui le 14 tracce corrispondono ad altrettanti episodi della storia.

Musicalmente, Orbit Orbit è un “concept album” più compatto e unitario rispetto ai lavori precedenti. Pur mantenendo una base rap, l’opera esplora sonorità che spaziano dalla “space music” anni ’70-’80 al “synth-pop”, passando per elettronica, richiami alla musica cosmica dei Kraftwerk e suggestioni di Moroder, fino a innesti più ritmici come la drum’n’bass di “Autovorbit”. L’arrangiamento si apre talvolta a scenari più ampi: l’ultimo brano, Perlificat, presenta un uso orchestrale imponente, con decine di elementi e cori che conferiscono un tono quasi cinematografico. La produzione è finalizzata a creare un ambiente sonoro coerente, che faccia da cornice uniforme al viaggio raccontato.

Le tematiche affrontate attraversano autobiografia, simbolismo e riflessione filosofica.
Se la trilogia iniziata con Prisoner 709 (la prigionia) e proseguita con Exuvia (la fuga) sembrava già compiuta, Orbit Orbit aggiunge il tassello finale: la libertà, intesa come possibilità offerta dall’immaginazione.

L’immaginazione diventa il luogo in cui l’individuo può muoversi senza i vincoli imposti dal mondo reale. Tracce come A Comic Book Saved My Life rendono esplicito il legame tra arte e salvezza personale; Il pianeta delle idee riflette sul potenziale creativo delle intuizioni; Pathosfera introduce invece una lettura più sociale, interrogando il ruolo dell’empatia e la saturazione emotiva prodotta dal mondo contemporaneo.

Il fumetto, strutturato in 14 capitoli corrispondenti ai brani, amplia e completa il percorso: le tavole non illustrano semplicemente la musica, ma aprono ulteriori spazi interpretativi, rendendo l’esperienza modulabile. Si può ascoltare l’album e poi leggere il fumetto, o invertire l’ordine, oppure ancora seguire un capitolo e ascoltare la relativa traccia, lasciando che le due forme si arricchiscano a vicenda.
Il progetto presenta punti di forza evidenti: l’ambizione artistica, l’originalità dell’integrazione fumetto–musica, la coerenza sonora e la profondità dei contenuti, che parlano di rinascita, resilienza e potere dell’immaginazione. Alcuni limiti possibili risiedono nella natura fortemente concettuale dell’opera, che richiede un ascolto attento e non mira a produrre brani immediatamente radiofonici. Inoltre, chi preferisce il lato più rock del rapper potrebbe trovarsi spiazzato dalla preponderanza elettronica.

Nel complesso, Orbit Orbit segna un ritorno importante dopo quattro anni di silenzio discografico e dopo un periodo personale complesso. Non è semplicemente un album: è un mondo. Un viaggio nel cosmo e dentro sé stessi, che conferma Caparezza come autore capace di reinventarsi mantenendo intatta la propria visione. Un’opera che parla a chi crede nella creatività come forma di libertà e a chi cerca nell’arte un modo per orbitare davvero: oltre i limiti del reale.

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