Pigliacelli 6. Mai realmente in pericolo. Prende gol senza capire perchè.
Mateju 6. Arrunza all’urbisca tutto quello che passa dalle sue parti e tutto sommato non fa male. Sfortunato nel rimpallo che porta al pari del Venezia
Lucioni 7. Sul gol veneto ha la colpa di andare sul pallone lasciando libero Pohjanpalo, ma disputa una gara dove brilla per coraggio, leadership e senso della posizione. Brunori gli ruba il secondo gol stagionale, ma lo “zio” è un gigante buono e ai nipotini si concede tutto.
Ceccaroni 6. Nel primo tempo i tifosi del Venezia gliene dicono per sette generazioni a salire e scendere e forse perde un po’ di lucidità. Si riscatta con un secondo tempo attento.
Lund 6,5. Procura il rigore del vantaggio e gioca sempre altissimo mettendo in costante difficoltà la difesa veneta.
Dal 64° Aurelio 6. Solita staffetta, non demerita.
Gomes 7. Forse la migliore partita in rosanero. Non perde un pallone smistando dove può e ne recupera altrettanti.
Coulibaly 6,5. Giocando a Venezia si traveste da Mose diventando una diga invalicabile, nè con le buone nè con le pessime. Mezzo punto in meno per quella palla sanguinosa persa da cui scaturisce il gol del Venezia.
Vasic 6. Di giocate offensive non gliene riesce nemmeno una e allora si sacrifica con buona intensità. Deve crescere.
Dal 77° Henderson s.v.
Insigne 6,5. Ha piede e visione di gioco. Si sacrifica tanto per la squadra e paga il fatto di non avere compagni di catena.
Dal 64° Mancuso 7. Accanto a Brunori o un passo indietro, il suo ingresso tiene in ansia la retroguardia del Venezia. L’assist per il tre a uno finale è più commovente della scena finale di un film romantico.
Di Francesco 5,5. In fase di ripiegamento ci mette l’anima, ma davanti è innocuo come un militare con la pistola ad acqua. Può e deve fare di più e meglio.
Brunori 10. Un rigore, un gol da rapace e un altro alla Brunori. Gli manca solo camminare sulle acque della laguna, ma il Mago è tornato e i suoi trucchi porteranno lontano questo Palermo.
Corini 7. Disegna un Palermo perfetto ingabbiando il Venezia nei suoi uomini chiave. Vedere che nel finale non si limita ai soliti e stucchevoli cambi ruolo per ruolo è benzina per le aspettative della piazza. Che, per inciso, non sono nè quella di arrivare quarto, nè quella di arrivare quinto.