sabato, 22 Novembre 2025
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Provvidenziale anche l'intervento di un cittadino

Catena umana sul ponte Corleone: poliziotto e carabiniere salvano 30enne dal suicidio

È stata una vera catena umana, fatta di braccia tese e di istinto solidale, quella che nel pomeriggio del 20 novembre ha impedito che un trentenne precipitasse dal ponte Corleone. Un intervento determinante, nato dal coraggio di un cittadino e dall’intervento tempestivo di due appartenenti alle forze dell’ordine liberi dal servizio.

L’uomo, seduto [coffice_banner slot="article_inline1"] a cavalcioni sul margine del ponte già da alcuni minuti, sembrava non reagire a nessuna parola. Accanto a lui c’era un passante che aveva provato in tutti i modi a trattenerlo e a convincerlo a desistere. I suoi tentativi, però, stavano cedendo sotto il peso della fatica e della tensione. La resistenza fisica e psicologica del soccorritore stava venendo meno proprio mentre l’uomo sul ciglio sembrava deciso a lasciarsi cadere.

In quel momento è passato un poliziotto del Commissariato di P.S. “Brancaccio, fuori servizio che non ha esitato neanche un secondo. Si è lanciato verso l’aspirante suicida e lo ha afferrato con forza, opponendosi alla spinta con cui l’uomo cercava di liberarsi. Ne sono nati momenti concitati, un continuo tira e molla, tra tentativi di divincolarsi e sforzi per tenerlo fermo.

Poco dopo è sopraggiunto sul Ponte Corleone un carabiniere del 12° Reggimento “Sicilia”, anch’egli libero dal servizio e di passaggio in zona. Ha visto la scena, si è fermato e ha prestato aiuto all’agente, aggiungendo le sue braccia a quella improvvisata catena umana. Insieme sono riusciti a bloccare il trentenne e a metterlo in sicurezza, mantenendolo saldo fino all’arrivo di una Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Polizia di Stato.

Gli agenti, insieme ai sanitari giunti sul posto, hanno completato le operazioni di soccorso e affidato l’uomo alle cure necessarie. Il trentenne, affetto da disagio, si era allontanato poco prima da una comunità terapeutica della zona, manifestando successivamente l’intento di farla finita.

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