lunedì, 3 Novembre 2025
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Le volontarie del comitato “Nour ama e cambia il mondo” donano 200 chili di pasta biologica ai senza dimora di Palermo

La pasta non può andare ai bimbi di Gaza: volontari la donano alla Missione di Biagio Conte

Momenti di gioia alla Missione Speranza e Carità di Via Tiro a Segno a Palermo che si occupa di distribuire aiuto ai numerosi senzatetto della città. Due volontarie, Angela ed Elvira Dragonia Vernengo, del Comitato Nour Ama e Cambia il Mondo, associazione che si occupa di sostenere bambini travolti da guerre, hanno donato circa 200 kg di pasta biologica per i pasti dei bisognosi alla Missione “Speranza e Carità” fondata da Fratel Biagio Conte che, come è noto, ogni giorno prepara pasti caldi per le tante persone senza dimora che vivono a Palermo

La pasta è stata donata con grande generosità dalla cooperativa cremonese Iris. In origine era destinata ai bambini di Gaza, ma al momento non è possibile spedire beni dall’Italia verso la Striscia.

Il comitato “Nour ama e cambia il mondo” è formato da volontari che da oltre quindici anni, senza alcun compenso, si occupano di sostenere i bambini che vivono in zone di guerra. Attualmente l’associazione è attiva a Gaza, in Afghanistan, Siria, Yemen e Iraq. Le attività e gli aggiornamenti sulle missioni sono raccontati nella pagina Facebook del gruppo, curata dalla presidente del Comitato Nour Ama e Cambia il Mondo Liliana Vernengo.

“Le nostre missioni nascono per portare un po’ di sollievo a bambini spesso orfani, malati o feriti”. – racconta Elvira Dragonia Vernengo -. “Grazie alle donazioni di tante persone, perché non riceviamo sovvenzioni di alcun tipo, siamo riusciti a far arrivare farmaci, coperte e tende. Ad agosto, per esempio, venti bambini palestinesi gravemente malati hanno potuto lasciare Gaza e raggiungere vari ospedali italiani per ricevere cure urgenti”.

La vice presidente, Elvira Vernengo, ha voluto infine ricordare il coraggio dei volontari che operano in condizioni difficilissime: “Qualcuno di loro purtroppo ha perso la vita mentre distribuiva gli aiuti durante i bombardamenti. È un dolore grande – conclude – ma anche la dimostrazione che la solidarietà, anche nei momenti più bui, non si ferma mai”.

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