giovedì, 23 Ottobre 2025
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In scena il 25 ottobre, alle 21, alla chiesa Maria Santissima Consolatrice degli afflitti

Il festival Voci di periferia si chiude con "Contrasto per le quattro pesti" di Fabrizio Lupo

Giunge al termine il festival Voci di periferia dell’associazione MusicaMente, promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, in collaborazione con la Città Metropolitana di Palermo e con il sostegno del ministero della Cultura, per valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale della città e delle sue periferie. L’ultimo appuntamento sarà il 25 ottobre, alle 21, alla chiesa Maria Santissima Consolatrice degli afflitti, con il nuovo lavoro di Fabrizio LupoContrasto per le quattro pesti”, realizzato in collaborazione con l’associazione Alf Leila, nel quale Rosalia torna a dialogare con la città e con il suo tempo.

Con l’orchestra Arianna Art Ensemble ed il coro Erikoir, Rosalia è Lucrezia Orlando (voce recitante, canto), il diavolo è Maurizio Maiorana (voce recitante, clarinetto basso), al violoncello Andrea Rigano, alla chitarra, oud e liuto Paolo Rigano. Un percorso di musica, teatro e formazione che ha coinvolto anche l’Istituto Comprensivo Alessandra Siragusa di Palermo, dove sono stati realizzati laboratori teatrali dedicati agli studenti come parte integrante del progetto.

Dopo i “Quattro canti per Rosalia” e “Pellegrina sugnu”, la Santa incontra qui il suo opposto, un demone dialettico che ne mette alla prova la fede e la visione del mondo. Lupo costruisce un contrasto in senso medievale e insieme moderno: la voce della santità contro la voce della ribellione, la compassione contro la violenza redentrice.

La musica, firmata da Arvo Pärt, Giovanni Sollima, Paolo Rigano e Maurizio Maiorana, diventa spazio di tensione e di meditazione: timbri aspri e sospesi, linee melodiche che si scontrano e si cercano, in un oratorio che è allo stesso tempo preghiera e domanda civile.

L’incontro tra Rosalia e il suo diavolo evoca i grandi interrogativi del nostro tempo: può il pacifismo salvarci dall’eterna spirale della vendetta? Può la mitezza opporsi alla violenza sistemica senza farsene travolgere? Come nel Maestro e Margherita di Bulgakov, il male qui non è solo tentazione, ma specchio: un modo di interrogare la luce attraverso la sua ombra. 

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