Dietro le sbarre del carcere Pagliarelli, Gaetano Maranzano ha trascorso la sua prima notte da assassino confesso. Il ventottenne dello Zen ha ammesso di aver premuto il grilletto contro Paolo Taormina, il ventunenne gestore del pub O’ Scruscio ucciso con un colpo di pistola alla testa nella notte tra sabato e domenica in via Spinuzza. Un delitto che ha scosso Palermo e che, nonostante la confessione, resta ancora avvolto da dubbi e interrogativi.
Maranzano ha raccontato agli inquirenti di aver sparato per “difendere l’onore” della compagna, sostenendo che la vittima l’avesse importunata mesi fa. Una versione che non convince del tutto gli investigatori, convinti che dietro l’omicidio possa esserci altro. La pistola calibro 9 usata per uccidere Taormina è stata ritrovata nella casa in cui il giovane si era nascosto, in via Nino Geraci, a Cruillas, insieme alla compagna e alla figlia piccola. Un’ora dopo, proprio da quella abitazione, l’uomo ha avuto la sfrontatezza di postare su TikTok una sua foto, con in sottofondo l’audio di una scena del film su Totò Riina “Il Capo dei Capi”.
Dubbi anche sulla morte, anche se testimoni parlano di un colpo di pistola alla testa. Ma poco prima del delitto pare ci sia stata una lite a colpi di cazzottiere.
Sarà l’autopsia, prevista per oggi all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico, a chiarire la causa certa della morte. Intanto gli inquirenti ricostruiscono le ultime ore di vita della vittima e i contatti del killer, appartenente a una famiglia nota negli ambienti criminali dello Zen, dove il padre è detenuto per tentato omicidio per questioni legate al controllo della droga.
Mentre le indagini vanno avanti, la città reagisce. Ieri una fiaccolata molto partecipata, stasera alle 20.30, invece, partirà da piazza Verdi la marcia silenziosa “per fare rumore”, promossa da Cgil, Cisl, Uil e Acli Palermo. Un corteo che attraverserà il centro fino alla Prefettura, in via Cavour, per dire basta al degrado, alla violenza e all’indifferenza che hanno trasformato Palermo in un luogo dove anche un gesto di coraggio può costare la vita.