Una scena che Massimo Benigno, palermitano di 43 anni residente in Emilia Romagna, non potrà mai dimenticare. Il 17 settembre 2025, all’interno della camera mortuaria dell’ospedale Civico di Palermo, ha trovato la salma del padre invasa dalle formiche. “Entravano dal naso e uscivano dalla bocca – racconta –. Mi ha lasciato un dolore pazzesco. Eticamente è una cosa incivile, da terzo mondo”.
Benigno, dopo la terribile scoperta, si è recato all’Ufficio relazioni con il pubblico per segnalare l’accaduto. “Mi hanno chiesto di compilare un foglio per la contestazione e mi hanno detto che lo avrebbero girato alla direzione – spiega al QdP –. In maniera pacata ho fatto notare che non è un modo di liquidare le cose, che mancava completamente il rapporto umano e, in più, stavo subendo un disagio inaccettabile in un momento di lutto”.
Il personale, dopo aver contattato un dirigente sanitario, ha comunicato a Benigno che una addetta alle pulizie sarebbe intervenuta entro due ore. “Nel frattempo siamo stati costretti a intervenire noi – prosegue l’uomo –. Abbiamo spruzzato insetticida acquistato da mia sorella sul cuscino, accanto alla testa di mio padre, in una situazione surreale. Poi, con l’aiuto dell’agenzia funebre, abbiamo spostato la cassa con la salma di qualche metro e disinfettato tutto. Solo più tardi sono arrivati per pulire. Il tecnico ha aperto i filtri del climatizzatore, erano completamente neri”. Dopo quell’intervento la situazione è migliorata, ma non si è risolta del tutto.
Secondo quanto riferisce Benigno, la camera mortuaria si trova accanto a una zona dove sono collocati decine di cassonetti dei rifiuti. “Una ventina – precisa –. I condizionatori sono vecchi, sporchi, e invece di scaricare all’esterno, gocciolano all’interno della stanza, con l’acqua che scivola sul pavimento di marmo”.
La salma dell’uomo è rimasta nella camera mortuaria per 48 ore. “È stato un dolore doppio – conclude Massimo Benigno –. Perdere un genitore è già devastante, ma vegliarlo in quelle condizioni è disumano, inaccettabile, da terzo mondo. Ho scelto di denunciare perché voglio che il problema si risolva. Nessun’altra famiglia deve vivere quello che ho vissuto io insieme ai miei fratelli”.
La replica dell’Arnas Civico Di Cristina Benfratelli
“Tempestivamente – fa sapere l’azienda – l’ente ha provveduto ad effettuare un intervento di disinfestazione e sanificazione che è risultato risolutivo. Dunque il problema è stato risolto. E comunque tutti i servizi coinvolti – precisa l’ente – effettuano il monitoraggio sia delle aree interne che di quelle estene della camera mortuaria. In atto nessuna criticità”.