venerdì, 10 Ottobre 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Fratelli d’Italia rompe con Forza Italia, Dc e Lega. Il governo va sotto a raffica sui voti segreti, Aula nel caos e centrodestra a pezzi. “È una Caporetto”, ammettono i deputati

Caos e franchi tiratori all’Ars: la manovra quater fa esplodere la maggioranza di Schifani

A Palazzo dei Normanni va in scena la crisi politica più grave dall’inizio della legislatura. La manovra quater da 241 milioni di euro, che avrebbe dovuto rappresentare un passaggio tecnico per chiudere il cerchio sulle risorse regionali, si è trasformata in un campo di battaglia che ha fatto a pezzi la maggioranza di centrodestra.

Il governo di Renato Schifani è andato ripetutamente sotto in Aula, travolto dai voti segreti richiesti dall’opposizione e dai franchi tiratori interni. La frattura tra Fratelli d’Italia e il resto della coalizione — Forza Italia, Dc e Lega — è esplosa dopo settimane di tensioni e incomprensioni sulle nomine nella sanità. Un braccio di ferro che ha finito per paralizzare l’Assemblea e mettere a nudo la fragilità dei rapporti interni al governo regionale.

Il pomeriggio all’Ars è stato segnato da scene di caos e nervosismo. Uno dopo l’altro, decine di articoli della manovra sono stati bocciati. I voti segreti, chiesti strategicamente dalle opposizioni, hanno evidenziato che tra i banchi della maggioranza serpeggiava più di un malumore. Anche deputati non riconducibili a Fratelli d’Italia avrebbero contribuito alla debacle.

Mentre in Aula si consumava la crisi, il presidente della Regione seguiva i lavori dal suo ufficio a Palazzo d’Orléans. A un certo punto, per arginare la disfatta, i deputati di Forza Italia, Dc e Lega hanno deciso di abbandonare i lavori. L’Mpa, invece, è rimasto. Il risultato è stato emblematico: tra i banchi del governo, solo quattro assessori di Fratelli d’Italia e il tecnico Dagnino; vuote tutte le altre poltrone, compresa quella del vicepresidente leghista Luca Sammartino.

La spaccatura si è poi cristallizzata nel duro scambio tra il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza e il deputato azzurro Marco Intravaia. “Assistiamo a una Caporetto anche per via dell’assenza dei deputati di Forza Italia e degli altri partiti della maggioranza — ha detto Assenza — mentre noi e Grande Sicilia siamo in Aula, tutti presenti. Invito il collega Intravaia a far rientrare i suoi per salvare il salvabile di questa manovra”.

Immediata la replica di Intravaia, che ha certificato la crisi politica in corso: “Forza Italia ha abbandonato l’Aula perché ha preso atto di un problema politico. Non era il caso di andare avanti: il testo della manovra ne sta uscendo massacrato”.

Dietro le parole, un messaggio chiaro: la maggioranza che sostiene Schifani è allo sbando. E il voto sulla manovra, più che un incidente di percorso, rischia di essere la spia di una crisi destinata a prolungarsi.

Nei corridoi di Palazzo dei Normanni, gli animi sono tesi. C’è chi parla di “resa dei conti rinviata”, chi teme che il centrodestra non riesca più a ricomporsi. Intanto, i lavori della manovra restano sospesi, tra accuse incrociate e appelli al dialogo.

In una legislatura già segnata da continui scontri interni, la giornata di oggi sembra segnare un punto di non ritorno: il centrodestra siciliano appare diviso come non mai, e la tenuta del governo Schifani — più che sui numeri — sembra ormai appesa ai nervi di una maggioranza che ha perso la bussola.

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