Un Palermo senza idee sbatte sulla Reggia di Caserta (allenatore di un Cosenza per nulla intimorito di affrontare la corazzata Palermo) e incassa la prima sconfitta stagionale. Di Luigi Canotto il gol che, in una serata metereologicamente rovente, al 91° ha gelato i tifosi rosanero.
Resta nello spogliatoio il Palermo che Corini avrebbe voluto determinato alla ricerca della vittoria. La partita è divertente come una rettoscopia e la cosa più bella da vedere è la riparazione con lo “sparatrap” della bandiera del corner abbattuta da Marras. Le uniche occasione degne di nota sono un contropiede rosanero nel quale Brunori offre il tiro a Di Francesco (debole su Micai) e un tiro di Forte imbeccato inopinatamente da Lucioni sul quale Pigliacelli è chiamato all’intervento provvidenziale. Così come provvidenziale è il fischio finale di Monaldi di Macerata che manda le due squadre negli spogliatoi.
Il Palermo rientra in campo con Lund per Aurelio, ma saranno venti minuti di nulla assoluto. Al 65° Lucioni morde Tutino e gli strappa il pallone inventando un contropiede succulento che Brunori termina con un tiro parato da Micai. Sul ribaltamento di fronte, al 65°, Mazzocchi si beve Ceccaroni come una birra atturrunata e poi prende il palo alla destra di Pigliacelli Altri cambi in casa Palermo al 67°: entrano Vasic e Gomes, escono Henderson e Stulac.
Non si fa attendere la contromossa di Caserta che inserisce Rispoli e Viviani per Cimino e Zuccon. Al 70° ancora Pigliacelli protagonista ad annullare una capocciata di Forte. Cambia ancora Corini con Insigne che al 76° prende il posto di Di Mariano e con Mancuso che al 81° sostituisce Di Francesco. Piccolo sussulto nell’elettroencefalogramma sostanzialmente piatto del Palermo il tentativo di tiro a giro di Insigne al minuto 83 (palla fuori) ed un tentativo velleitario di Mancuso all’86°. In mezzo gli ultimi due cambi dei lupi con Voca e Canotto per Marras e Tutino.
Al 91° è proprio il neo entrato Canotto ad inventare il giro giusto: a Pigliacelli non resta altro che raccogliere il pallone dal sacco. Il resto è fudda e cunfusione, con Lucioni che va a fare la punta, un po’ come la scenetta di Sella e Cavallo della Longobarda nell’intramontabile “Allenatore nel pallone”. Resta nel cassetto il sogno di vedere anche Pigliacelli nell’area avversaria alla Provedel e finisce così. Altro che l’Arca di Noè, al Cosenza è bastato un Canotto, Gigi Canotto, per dividere le acque della corazzata Palermo.