Stamani è apparsa una pubblicità sul Giornale di Sicilia, in cui il presidente della Regione Renato Schifani e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla vengono accusati di “omertà istituzionale”. Non vedono, non sentono e non parlano – si legge. Il governatore non l’ha presa bene e ha deciso di adire le vie legali.
“Ho conferito mandato ai miei legali di fiducia – ha dichiarato Schifani – per querelare per diffamazione a mezzo stampa il direttore responsabile della testata e il committente della pubblicità”.
Secondo il presidente, l’uso di frasi come “non vedono, non sentono, non parlano”, accompagnate da immagini in bianco e nero in cui compare anche la scritta “Basta Omertà Istituzionale” costituirebbe un messaggio denigratorio: “Non è critica né satira – sottolinea il presidente della Regione – ma un tentativo di offendere persone e istituzioni con slogan populistici, privi di argomentazioni. Questo linguaggio banalizza problemi seri, diffama e inquina il dibattito pubblico, offendendo chi serve la comunità”.
Schifani ha poi ribadito la sua volontà di difendere con fermezza la propria immagine e quella delle istituzioni regionali: “Non permetterò che attacchi falsi e diffamatori minino il confronto democratico e alimentino odio sociale”.
La presa di posizione del governatore ha suscitato immediate reazioni
Il direttore responsabile del Giornale di Sicilia, Marco Romano si è espresso tramite il giornale online Gds.it: «Prendiamo atto con sorpresa e rammarico della scelta del presidente della Regione Renato Schifani di querelare questo giornale, contestando la pubblicazione sull’edizione di oggi di un’inserzione commerciale commissionata dal partito Azione per annunciare una manifestazione in piazza a Palermo».
Romano ha poi aggiunto: «A detta di Schifani ci sarebbero gli estremi per una diffamazione nei suoi confronti. Accusa che respingiamo in maniera convinta e consapevole. Forse può apparire un po’ forte il messaggio veicolato con l’inserzione, ma non è in alcun modo intenzione di questo giornale, né mai lo sarà, voler censurare contenuti e toni di un dibattito politico che invero molto spesso tocca livelli esasperati, eccessivi, degeneranti, inaccettabili. Nessuno escluso. Non ci è affatto sembrato questo il caso. La vicenda non intaccherà comunque la linea della limpidezza e della correttezza che questo giornale adotta quotidianamente nel raccontare cronache e fatti sulle sue pagine, mantenendo inalterato il diritto di esprimere di volta in volta il proprio libero parere, senza preconcetti o pregiudizi di sorta».
Durissimo invece il commento del deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera, che ha parlato di “atto vile contro la libertà di stampa”: «Credo che neanche in Corea del Nord vengano querelati gli annunci pubblicitari, ma qui invece sì, tutto è possibile. Per queste ragioni non posso che essere vicino alla redazione del Giornale di Sicilia».
La Vardera ha anche ricordato che lo stesso Schifani, il 29 giugno scorso, aveva espresso solidarietà al quotidiano per un altro episodio definendolo “attacco vile alla libertà di stampa”: «Non solo sulla vicenda di Mondello, i due esponenti politici non hanno detto una parola, ma adesso, oltre l’Italo Belga, il primo cittadino vuole querelare anche me, forse anche lui avrà la cabina in quel litorale lì?».
Il deputato ha infine rilanciato l’appello alla mobilitazione: «Domani quasi tutte le forze politiche saranno alle 17 in piazza Indipendenza per chiedere un intervento da parte di Schifani e Lagalla su un caso, quello di Mondello e dell’Italo Belga, che presenta diverse ombre».