mercoledì, 1 Ottobre 2025
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Passo da gambero della squadra rosanero che, in casa, patisce il Venezia di Stroppa

Palermo, il cocktail del barman Pippo: il “primo non prenderle” – LE PAGELLE

Via il dente, via il dolore: Palermo – Venezia è stata una partita divertente come fare una nuotata in una delle vasche di Bellolampo. Squadre tatticamente bloccate, occasioni da gol rare come il tartufo al bosco della Ficuzza. Aggiungiamo a questi ingredienti sopraffini anche una spruzzata di Stroppa, cioè uno che per secoli farà affiorare nella mente dei tifosi rosanero la debacle interna dello scorso anno contro la Cremonese (da 2 a 0 a 2 a 3), ed ecco servito il cocktail del barman Pippo: il “primo non prenderle”. Lo zero a zero di Palermo – Venezia è il risultato più ovvio che ne potesse uscire fuori ed il fatto che gli highlights durino meno dell’accoppiamento di un coniglio ariete nano rappresentano lo specchio di questa non partita.

IL PRIMO TEMPO: AI PUNTI VINCE IL PALERMO

Pronti – via e sui piedoni santi di Jacopo Segre capita un pallone ghiottissimo che però Stankovic para un po’ con la mano, un po’ con il braccio, un po’ con il petto ma soprattutto con tanto c…oraggio. “Le occasioni fioccheranno come nespole!”, avrà pensato qualche tifoso del Palermo dall’animo biscardiano. Sì, buonanotte. Di occasioni marcate rosanero non ce ne saranno più. In compenso anche dalle parti dell’area di rigore di Joronen si respirano sonni tranquilli e la squadra di Inzaghi, tutto sommato, gioca dignitosamente tutta la prima frazione.

SECONDO TEMPO: DOMINIO IN GONDOLETTA

Il Palermo che torna in campo dopo l’intervallo – almeno dalla cintola in su – è un pugile suonato che non si rialza dal tappeto neanche con l’ausilio dei barellieri. La partita la conduce il Venezia, sputacchiando sprazzi di gioco qua e là con la supponenza di chi prima o poi il golletto l’avrebbe trovato. I cambi di Inzaghi la dicono lunga: fuori gli ammoniti e staffette ruolo per ruolo. Parabola significa, tarantola ballerina: mantenimento immacolatamente intatto di unimmutabile ed immutante 3 – 5 – 2 blindato con doppio cilindro europeo, tre pitbull digiuni da due giorni e quattro squadre di vigilanza privata. Quel vecchio marpione di Stroppa fiuta la preda e tenta di stanarla aggiungendo uomini nel reparto avanzato. Ma, se i lagunari hanno un difetto, è quello di non avere grandi finalizzatori in campo. Così – a parte un tiro di Kike Perez – Joronen non è costretto agli straordinari.

Fischia Marinelli e siccome, come diceva Faber, questa di Marinelli è una storia vera, la vera verità è che una partita mediocre non poteva che finire con un risultato mediocre. Sì, esistono bellissimi zero a zero, ma è sicuramente una leggenda che non riguarda questa Palermo – Venezia.

LE PAGELLE

Joronen 6. Kike Perez lo sveglia al 83°, giusto in tempo per decidere quale gel doccia scegliere ed andare negli spogliatoi. Schiffarato.

Pierozzi 6. Gioca il tempo in cui il Venezia vede la metà campo avversaria come il PD una vittoria alle elezioni. Prende un giallo che tradotto dall’inzaghiano significa “sostituzioneallampo”.

Dal 46° Peda 6. Poca sofferenza dalle sue parti. Il ragazzo è robusto.

Bani 7. “Cent’anni ‘i salute” per il livornese che tiene in piedi la baracca. Banienbauer.

Ceccaroni 5,5. Dopo un primo tempo in surplace, patisce le gondolette lagunari come fossero cacciatorpedinieri. Finisce coi crampi ed espulso. Ma ha anche dei difetti.

Diakitè 6. In fase offensiva pare avere il freno a mano tirato. In compenso è attento e lucido in quella difensiva. La famosa coperta del soldato.

Dal 85° Bereszynski s.v. Benvenuto!

Segre 5,5. Si divora l’unica occasione del Palermo e va spesso a sbattere contro la mediana arancioneroverde.

Blin 6. L’Alexis incontrista meriterebbe mezzo punto in più, l’Alexis play ne meriterebbe mezzo in meno. Bilanciato.

Giovane 5,5. Quasi mai nel vivo dell’azione, è ancora un po’ timido. Ma glielo si può perdonare: è Giovane.

Dal 57° Gomes 6. Entra per dare ossigeno e mette al servizio della squadra i muscoli quando la palletta di neve si stava ingigantendo. Contenimento e nulla più.

Augello 5,5. Le fasce laterali languono e nel languore generale del primo tempo prende un cartellino che gli fa capire che durante l’intervallo farà la doccia con Pierozzi.

Dal 46° Gyasi 5. Né qualità, né quantità. Partita negativa.

Brunori 5. Tanto sacrificio, tanta abnegazione. Ma rivogliamo l’attaccante.

Dal 57° Le Douaron 5. Si sciarrìa mezz’oretta col pallone e alla fine vince lui. Il pallone.

Pohjanpalo 5. Ha giocatori del Venezia ovunque, vero. Ma Joel crossatemiunalavatricechelacolpiscoditesta non trova mai né il tempo né lo spazio per giocare un pallone ai limiti della decenza.

Inzaghi 5,5. Erge una barricata che in confronto la linea Maginot era un Disneyland. Benissimo la politica dei piccoli passi purchè non diventi una regola. Perchè per realizzare il suo (e quello di migliaia di tifosi del Palermo) sogno di maggio le grandi squadre bisogna anche imparare a batterle e non limitarsi a contenerle.

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