mercoledì, 27 Agosto 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Tra tesseramenti e frizioni interne, il partito si prepara alla sfida congressuale: Caruso punta alla riconferma, ma Falcone e Calderone chiedono più spazio. Sul tavolo resta l’ipotesi di un accordo unitario.

Forza Italia in Sicilia: si scalda la corsa al congresso, ma spunta l’ipotesi di tregua

Il clima nella galassia azzurra siciliana è già caldo, e la campagna tesseramenti in vista del congresso regionale di Forza Italia assume i contorni di una vera “battaglia di carte”. Ma tra tensioni ben note e dichiarazioni di apertura, il messaggio che filtra è uno solo: norma democratica, unità interna e futuro del partito in primo piano.

Tessere sì, guerra no

Il congresso è già nell’aria: tagli di stoffa territoriale, riforme statutarie e svolte programmatiche indotte dalla direzione nazionale provocheranno una forte partecipazione. Per la prima volta le tessere avranno un peso cruciale anche in Sicilia, in base alla riforma che prevede l’elezione del coordinatore regionale direttamente dagli iscritti.

Caruso punta alla riconferma

Sul fronte ufficiale, Marcello Caruso, coordinatore regionale in carica dal marzo 2023, ha annunciato la sua candidatura alla leadership. Caruso, vicino al presidente della Regione Renato Schifani, giura fedeltà ai valori di libertà e giustizia ispirati da Silvio Berlusconi e assicura di non voler alimentare tensioni interne, ma anzi di voler favorire il dialogo e la crescita del partito.

Fronte d’opposizione interno

Tuttavia, non mancano voci critiche. L’eurodeputato Marco Falcone, già parte della giunta regionale Schifani, ha denunciato la mancanza di confronto all’interno di FI Sicilia, ribadendo la propria posizione in una lettera diffusa di recente. Anche da Messina arrivano segnali di disagio: il deputato Tommaso Calderone chiede a Schifani e Caruso maggiore spazio per la provincia nello scacchiere politico regionale.

Sullo sfondo l’ipotesi della pace

La tensione tra le varie anime del partito – tra chi organizza la raccolta tessere nelle nove province siciliane e chi invoca un accordo – rende il confronto teso ma ancora non necessariamente conflittuale. Se i numeri dovessero certificare una frattura netta, la direzione nazionale potrebbe spingere per un’intesa unitaria, temperata da “ricompense” per i malpancisti.

L’equilibrio nei territori

La partita si gioca anche nei collegi. A Siracusa, Caruso ha incontrato il deputato Riccardo Gennuso; a Catania, ha stretto alleanza con Salvo Tomarchio per rafforzare il suo fronte nelle aree a rischio sorpasso da parte di Falcone. In Sicilia orientale, la partita tra Calderone-De Leo e Bernardette Grasso–Beppe Picciolo si fa tesa; a Ragusa, l’ex presidente del Consiglio Nino Minardo è tornato alla guida locale, pronto a mobilitare i nuovi azzurri, tra cui il sindaco Peppe Cassì.

Lo scontro sui tesseramenti avvia settembre come una fase decisiva per Forza Italia Sicilia: da un lato, lo schieramento di forza territoriale promosso da Caruso e Schifani — dall’altro, la richiesta di maggiore democrazia interna lanciata da Falcone, Calderone e altri. E mentre si contano tessere e consensi, Tajani osserva: se il rischio è una spaccatura definitiva, può ancora spuntare la carta della pace, resa possibile da un accordo unitario.

In attesa del congresso di primavera 2026 — l’appuntamento in cui si eleggerà il coordinatore siciliano — la vera partita sarà giocata nei quartieri e nelle stanze dei deputati regionali.

22.7 C
Palermo

Seguici sui social