È avvolta nel mistero la tragica morte di Simona Cinà, la ventenne palermitana residente a Capaci trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria durante una festa di laurea. La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, un atto dovuto che consente lo svolgimento di tutti gli accertamenti tecnici irripetibili, a partire dall’autopsia già disposta sul corpo della giovane e prevista nei prossimi giorni al Policlinico di Palermo.
Al momento, non ci sono indagati e l’ipotesi più accreditata resta quella di un malore improvviso o di un incidente, anche se non si esclude alcuna pista. I carabinieri, coordinati dalla procura, stanno lavorando per ricostruire nel dettaglio la dinamica della serata, cercando di chiarire cosa sia accaduto nella notte tra sabato e domenica nella villa dove si è svolta la festa, a cui avrebbero partecipato circa ottanta persone.
Tra gli elementi su cui si stanno concentrando gli investigatori ci sono alcune segnalazioni su presunti ritardi nei soccorsi. I militari dell’Arma hanno già acquisito i primi filmati registrati durante la festa, ascoltato diversi testimoni e ispezionato i locali della villa. Quest’ultima, tuttavia, non è stata posta sotto sequestro.
Oggi pomeriggio i genitori di Simona e gli altri due figli, hanno parlato alla stampa nello studio dell’avvocato Gabriele Giambrone: «Vogliamo solo sapere perché è morta Simona» – hanno detto entrambi, distrutti dal dolore. Una domanda che, almeno per ora, non trova ancora una risposta certa.
Sarà l’autopsia, unita all’analisi dei materiali già acquisiti dagli inquirenti, a fornire le prime indicazioni utili per capire se la morte della giovane sia avvenuta per una tragica fatalità o se vi siano eventuali responsabilità da accertare.