L’Hotel Garibaldi è una struttura elegante di Palermo, una storia giudiziaria complessa alle spalle e una nuova gestione imprenditoriale che sta cercando in questi anni di restituire valore a un bene sottratto alla criminalità organizzata. È il caso dell’hotel Garibaldi di Palermo, affidato dal Tribunale alla Cribea srl, società amministrata da Giorgio Cristiano, giovane imprenditore palermitano nato nel 1992.
L’albergo era stato sequestrato nel 2020 nell’ambito di un procedimento a carico del costruttore Francesco Paolo Sbeglia. In seguito, fu l’allora amministratore giudiziario a proporre l’affitto dell’attività alla Cribea, segnalando la disponibilità di Cristiano a subentrare nella gestione attraverso un contratto di locazione con la Cedam srl, società riconducibile a Sbeglia e sottoposta a sequestro.
La proposta è stata valutata con attenzione dalle autorità, in quanto Cristiano è nipote diretto del boss Giovanni Brusca, anche se l’imprenditore non lo ha mai conosciuto, visto che all’arresto del mafioso l’imprenditore aveva solo 4 anni. Il Tribunale di Palermo, secondo quanto riferito da FanPage, ha acquisito i pareri della Procura, della Questura e dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. Tutti si sarebbero espressi favorevolmente, anche alla luce del fatto che le pendenze della Cedam erano state risolte tramite una transazione. Inoltre, è stato accertato che Giorgio Cristiano non aveva alcun legame con ambienti mafiosi: il procedimento di prevenzione patrimoniale a carico del padre, Salvatore, si era concluso senza conseguenze, e non vi era alcun elemento che suggerisse un ruolo di prestanome né connessioni dirette con Giovanni Brusca.
La parentela con l’ex boss, arrestato nel 1996, è rimasta sullo sfondo. Quel legame di sangue non è stato ritenuto rilevante né ostativo, in assenza di prove che potessero indicare una continuità familiare con ambienti criminali. Anzi, il contratto stipulato tra la Cribea srl e l’amministrazione giudiziaria ha incluso una clausola di garanzia: l’accordo sarebbe stato risolto immediatamente qualora fossero emerse relazioni con la criminalità organizzata.
La scelta dei giudici è maturata anche in un contesto economico difficile, nel pieno della crisi del settore turistico causata dalla pandemia. Consentire la gestione dell’albergo a una società esterna significava dare continuità all’attività, salvare posti di lavoro e preservare il valore economico del bene. In quest’ottica, l’iniziativa di Giorgio Cristiano è stata letta come un’opportunità, all’interno di un percorso tracciato dalla legge e costantemente monitorato dalle istituzioni. L’imprenditore Giorgio Cristiano, chiamato al telefono dalla nostra redazione, ha preferito al momento non rilasciare alcuna dichiarazione, in attesa che possano essere chiariti i fatti nelle sedi più opportune.