domenica, 27 Luglio 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Uno degli indagati sarebbe vicino ad un clan che gestisce droga, armi e furti d’auto

Strage di Monreale, nuovi sviluppi: un’indagine parallela svela giro di droga e armi allo Zen 2

Una costola dell’inchiesta sulla strage di Monreale, in cui il 27 aprile furono uccisi Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvatore Turdo, porta dritta allo Zen 2. Tra via Costante Girardengo e via Fausto Coppi, sarebbe nata una nuova piazza di spaccio legata – secondo gli inquirenti – a una delle famiglie emergenti della zona, già citata nelle carte dell’imponente blitz antimafia “Grande Inverno“, che nel marzo scorso ha portato all’arresto di 181 persone.

Uno degli indagati per la strage, attualmente detenuto a Pagliarelli, risulterebbe vicino a un gruppo di giovani legati proprio a questa famiglia. Gli investigatori hanno ricostruito movimenti e relazioni che portano alla creazione di una attività criminale legata non solo alla vendita di sostanze stupefacenti, ma anche al traffico di armi e ai furti d’auto con “cavallo di ritorno”. Il box in cui si concentrerebbero le attività di spaccio – secondo quanto raccolto dagli inquirenti – sarebbe sempre aperto, punto di riferimento per il gruppo che lì trascorrerebbe le giornate, gestendo il flusso della droga.

La pista investigativa ha preso forma nei giorni successivi al triplice omicidio di Monreale, a partire da dettagli emersi sul contesto sociale e relazionale dei tre ragazzi arrestati: Samuel Acquisto, Salvatore Calvaruso e Mattias Conti. Il gruppo, molto attivo anche sui social, condivideva immagini e video che li ritraevano uniti, spesso accompagnati da simboli cupi come una bandiera nera con un teschio, catene e dediche d’affetto rivolte proprio a uno dei giovani finiti in carcere per la strage. Le fotografie li mostrano sorridenti tra le strade dello Zen 2, lo stesso quartiere in cui – secondo gli investigatori – si sarebbero consumate le attività illecite.

Nel frattempo, l’inchiesta principale sulla strage del 27 aprile resta aperta. Gli esami balistici, ancora in fase di completamento, saranno incrociati con le immagini delle telecamere di videosorveglianza, compresi i filmati del Comune di Monreale. Questi ultimi mostrerebbero il gruppo arrivare da via Palermo, confabulare in piazza Vittorio Emanuele e poi dirigersi verso via D’Acquisto, teatro del massacro.

È lì che, secondo una prima ricostruzione, una frase apparentemente banale – «Perché non vai più piano?» – avrebbe acceso la miccia. Ne sarebbe seguita una lite furiosa, tra colpi di casco, sedie e tavolini lanciati, fino a quando non si è scatenato l’inferno: oltre venti colpi esplosi da una Colt e una Beretta, le armi che Mattias Conti e Salvatore Calvaruso avrebbero impugnato prima di fuggire a bordo della BMW nera guidata da Samuel Acquisto.

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