sabato, 26 Luglio 2025
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Il palermitano al Modena dopo tre anni in rosanero

Palermo, Di Mariano una favola senza lieto fine

È finita l’avventura di Francesco “Kekko” Di Mariano a Palermo. È finita con il passaggio del calciatore palermitano al Modena a titolo definitivo. Tutto sommato è un peccato aver riconfermato per l’ennesima volta il più classico dei “nemo propheta in patria”. Ma tant’è. In rosanero era arrivato con le stigmate del predestinato. Due promozioni in A di fila con Lecce e Venezia e la speranza fervente nei tifosi del Palermo che “il non c’è due senza tre” potesse essere una valida opzione insieme al picciotto classe 1996.

Così non è stato. Sono state tre stagioni in chiaroscuro per Di Mariano. Indiscutibile la sua abnegazione e quanto tenesse alla maglia del Palermo. Purtroppo, però, il rendimento del calciatore ormai gialloblù non è stato all’altezza delle aspettative. Settantaquattro presenze e cinque gol in campionato, qualche intoppo fisico di troppo ed una collocazione in campo non sempre ideale per le sue caratteristiche. Troppo spesso “ghettizzato” a fare l’esterno di centrocampo, lui, calciatore abituato a giocare da attaccante esterno di un tridente.

Sì, sarebbe stato bello un finale diverso per Kekko che, per due stagioni, ha vestito anche la prestigiosa camiseta n.10 (il n.7, l’ultimo anno). Sarebbe stata bella una festa promozione con una di quelle sue dichiarazioni in dialetto con le quali ci ha divertito in questi tre anni al Palermo. Sarebbe stato bello vederlo correre festante lungo i quattro lati del campo del Barbera. Con la maglia della sua città indosso e magari sventolando una bandiera con l’effigie dell’indimenticabile zio Totò.

Purtroppo, però, la vita reale non coincide con i finali strappalacrime da commedia americana ed il finale di questa favola non è proprio il classico “happy end”. Di Mariano, adesso, è un nuovo calciatore del Modena, pedina di scambio nell’affare Palumbo. Però – se anche il Palermo Fc lo saluta con un caloroso e palermitanissimo “ciao figghiò” – evidentemente questo mondo del calcio, tanto e spesso vituperato, ha ancora qualche barlume di umanità.

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