Agosto si conferma, anche quest’anno, un mese complicato per la macchina organizzativa della formazione professionale siciliana. La pubblicazione dell’Avviso 7/2025 e l’imminente scadenza della Fase 2 — fissata per l’8 settembre — rischiano di trasformare le ferie estive in un miraggio per centinaia di lavoratori e di mettere a dura prova la capacità degli enti di raggiungere gli utenti e i docenti da coinvolgere nei percorsi.
Le principali sigle sindacali del settore — FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS Sicilia — hanno inviato una nota congiunta al Dipartimento regionale della Formazione professionale e all’Assessore all’Istruzione Girolamo Turano, chiedendo ufficialmente una proroga della scadenza al 30 settembre. «Le ferie rappresentano un diritto irrinunciabile per i lavoratori — ricordano i sindacati — come stabilito dall’articolo 36 della Costituzione italiana e dal CCNL di categoria». Costringere i dipendenti a rientrare in servizio in pieno agosto per rispettare i tempi tecnici di presentazione dei progetti rischia non solo di generare tensioni sindacali, ma anche di esporre gli enti a danni economici, nel caso in cui le ferie non godute debbano poi essere monetizzate senza possibilità di rendicontazione.
Un nodo organizzativo e sociale
La programmazione estiva, spiegano le organizzazioni sindacali, non tiene conto delle caratteristiche del settore. «La platea dei potenziali utenti è di fatto irraggiungibile nelle settimane centrali di agosto — sottolineano — tra ferie, chiusure aziendali e indisponibilità dei docenti. Reperire iscritti e personale diventa una corsa a ostacoli». Per molti enti, inoltre, la concentrazione delle scadenze nella stagione più calda comporta un costo in termini di personale e produttività.
Il rischio di un corto circuito normativo
C’è poi l’aspetto giuridico: il CCNL del settore stabilisce che le ferie debbano essere godute «annualmente e durante il periodo di inattività formativa». Ignorare questa disposizione — avvertono i sindacati — potrebbe comportare per gli enti sanzioni e costi aggiuntivi non previsti.
Un appello al buon senso
Alla luce di queste considerazioni, le organizzazioni dei lavoratori invitano la Regione ad accogliere la richiesta di proroga «per garantire il diritto al riposo dei dipendenti, tutelare la sostenibilità economica degli enti e favorire una partecipazione più ampia e consapevole degli utenti».