La masculiata dei fuochi d’artificio del 401esimo Festino di Santa Rosalia, pare non abbia concluso l’evento. Durante l’abbanniata, quando il sindaco Roberto Lagalla ha pronunciato il tradizionale “Viva Palermo e Santa Rosalia!” dal carro della Santuzza, parte del pubblico ha risposto con fischi e contestazioni. Un segnale inequivocabile di disagio e sfiducia, che ha turbato il rituale collettivo più caro ai palermitani. E, a quanto sembra, non ha turbato solo loro.
Il sindaco ha replicato poco dopo con una dichiarazione che non ha lasciato indifferenti: “Se un limite c’è di questa amministrazione – ha detto – è il non comunicare sempre ciò che fa. Non capirlo è stupido, impegnarsi tutti è la ricetta giusta”.
A rincarare la dose ci ha pensato il vicesindaco Giampiero Cannella, che ha pubblicato sui suoi canali social un lungo post che lui stesso definisce polemico, in cui difende apertamente l’amministrazione, attaccando quella che definisce una “nuova disciplina sportiva” cittadina: colpire il sindaco a prescindere, alimentando narrazioni parziali.
“Post lungo e polemico, siete avvertiti” – esordisce Cannella, per poi affermare: “Negli ultimi giorni si assiste ad un nuovo sport cittadino alimentato dai social, cavalcato dai fischiatori a comando e riportato con grande evidenza da una parte consistente della stampa. La disciplina sportiva, non nuova né originale per la verità, consiste nel dare addosso al sindaco Roberto Lagalla e alla sua amministrazione, attribuendogli colpe e responsabilità tra le più varie e fantasiose. Il dissenso, lo ricordiamo, è il sale della democrazia e noi che siamo impegnati in politica lo sappiamo bene e lo accettiamo così come accettiamo il plauso quando arriva. Bisogna però essere onesti intellettualmente, anche quando si critica, e soprattutto bisogna avere buona memoria”.
Nel suo intervento, il vicesindaco ricorda le condizioni in cui versava Palermo prima del 2022, anno dell’insediamento dell’attuale giunta, e lo fa anche attraverso screenshot di articoli di stampa riferiti agli anni precedenti. “Non è che nel luglio 2022 ci siamo trovati in una città con standard simili ad Helsinki, pulizia stile Ginevra e sicurezza uguale a Reykjavik”.
Cannella difende i risultati ottenuti finora e prende posizione anche sulle criticità attuali: “Certo, oggi ci sono i venditori di spritz e limonate abusivi ai Quattro Canti e penso anch’io che il problema debba essere radicalmente risolto e farò la mia parte perché ciò avvenga. Ammetto però che preferisco l’odore della limonata abusiva ai miasmi provenienti dalle bare insepolte che erano costretti a sorbirsi i cittadini che si recavano al cimitero dei Rotoli o transitavano vicino”.
Sui rifiuti. Cannella non si nasconde ma punta il dito su una gestione del passato che avrebbe prodotto problemi strutturali: “I più onesti dicono che il problema sta molto nella inciviltà dei nostri concittadini e in una organizzazione dei servizi legati alla raccolta, ma soprattutto allo smaltimento, che non è adeguata ai tempi a causa di antichi problemi strutturali dell’azienda preposta”.
E ancora: “Negli ultimi 43 anni, questa città è stata amministrata 30 anni dallo stesso sindaco con una maggioranza, variabile quanto si voglia, ma di centrosinistra. Certo, se i problemi sono diventati strutturali…”
Sul fronte sicurezza, Cannella ironizza sul ruolo del sindaco: “Da poco tempo abbiamo scoperto di vivere nel Far West. No, non per il numero di sparatorie o le scazzottate nei saloon, ma perché, a detta di taluni, il sindaco è anche sceriffo. Sì, avete capito bene, come ad Abilene, Tucson o El Paso. Io vi giuro che la stella appuntata sulla giacca al professore non l’ho vista mai”.
Difende le forze dell’ordine e ricorda che l’ordine pubblico non è competenza del sindaco, pur riconoscendo la gravità della violenza di strada. Ma sottolinea anche la complessità sociale del centro storico palermitano, dove “a distanza di pochi metri possono coesistere un palazzo abitato da tranquilli cittadini modello a fianco di sacche di disagio sociale, o peggio, di illegalità ontologica”.
Cannella chiude con un appello alla riflessione e all’onestà intellettuale: “Se riflettiamo e siamo in buona fede, forse comprendiamo meglio la realtà attuale ed evitiamo di essere scambiati per leoni da tastiera o pasdaran di un ancient regime che ha molte responsabilità sulle attuali condizioni della nostra amata Palermo!”.