mercoledì, 23 Luglio 2025
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Nel mirino due finanziamenti regionali del 2023 per 300 mila euro. Sentito nei giorni scorsi, ha respinto le accuse

Bomba politica all’Ars: il presidente Galvagno indagato per corruzione

Una nuova bufera giudiziaria sembra abbattersi sull’Assemblea Regionale Siciliana. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, sarebbe indagato dalla Procura di Palermo per corruzione in cambio di utilità, nell’ambito di un’inchiesta che mette sotto la lente due finanziamenti pubblici del valore complessivo di 300 mila euro, concessi nel 2023.

A rivelare l’indagine è il quotidiano La Repubblica, che nell’edizione palermitana di questa mattina parla di una vera e propria “bomba politica”. Le accuse, mosse dai sostituti procuratori Andrea Fusco e Felice De Benedettis, sono il frutto di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e si concentrano su presunti incarichi professionali fittizi concessi a due fedelissimi di Galvagno: la portavoce Sabrina De Capitani e l’addetto stampa Salvatore Pintaudi.

I finanziamenti sotto accusa

Nel mirino degli investigatori è finito in particolare un finanziamento da 100 mila euro destinato alla manifestazione musicale “Un magico Natale”, organizzata dalla Fondazione Tommaso Dragotto. I concerti, pensati per ragazzi in condizioni di marginalità sociale, si sono svolti il 20 e 21 dicembre 2023 nei teatri Politeama di Palermo e Bellini di Catania. I fondi sono stati erogati da due assessorati regionali — Attività sociali e Lavoro, e Turismo e Spettacolo — sulla base di provvedimenti inseriti nella manovra di variazione di bilancio 2023.

Tuttavia, per la Procura, l’oggetto della presunta corruzione non sarebbero i finanziamenti in sé, ma le utilità garantite in cambio: ovvero gli incarichi concessi ai collaboratori dell’esponente di Fratelli d’Italia Galvagno subito dopo l’erogazione dei fondi. Incarichi, secondo gli inquirenti, mai effettivamente svolti.

Galvagno: “Voglio chiarire tutto”

Il presidente dell’Ars è a conoscenza dell’indagine già dall’inizio dell’anno, quando ha ricevuto l’avviso di proroga delle indagini previsto dalla nuova normativa. In quella sede avrebbe manifestato la volontà di essere ascoltato quanto prima, ma l’interrogatorio da parte del procuratore capo Maurizio De Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido è avvenuto solo nei giorni scorsi.

Davanti ai magistrati, Galvagno ha respinto ogni accusa, sostenendo che non vi sarebbe stato alcun accordo illecito e spiegando che i suoi collaboratori non lavorano esclusivamente per lui, ma svolgono altri incarichi professionali. Una linea difensiva che mira a smontare l’ipotesi del “do ut des” tra finanziamenti pubblici e vantaggi privati.

L’inchiesta su Galvagno non è isolata. Si inserisce in un contesto più ampio di attenzione della magistratura su fondi pubblici e appalti regionali. Lo stesso nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, che indaga sul caso Galvagno, ha da poco eseguito misure cautelari nell’ambito di un’altra inchiesta sulla presunta cricca degli appalti nella sanità siciliana.

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