Un furto fulmineo, ripreso da un video giunto alla nostra redazione, ci dà lo spunto per riaccendere l’attenzione sui problemi di sicurezza e degrado urbano nella zona della Fiera del Mediterraneo.
Il fatto
Un uomo a bordo di una vecchia Fiat Panda si è affiancato a un’auto parcheggiata in via Autonomia Siciliana. È sceso, ha aperto lo sportello del veicolo accanto e, con estrema rapidità, ha afferrato una borsa lasciata all’interno dell’abitacolo, dove si trovava ancora una donna. Poi è risalito sull’auto ed è fuggito.
Il fatto è avvenuto in pieno giorno, a due passi dalla Fiera di Palermo. Non è un caso isolato. La zona, soprattutto durante il periodo della Fiera Campionaria, si trasforma in un epicentro di disagi per i residenti, aggravati da continui episodi di microcriminalità.
Il video dello scippo
L’amarezza di un residente della zona Fiera
«Quella che un tempo era la Fiera dei nostri ricordi oggi è diventata un’aggressione urbana», racconta con amarezza Marco, residente in zona. «Durante i giorni della fiera siamo praticamente sequestrati in casa. Le strade diventano impraticabili, il parcheggio selvaggio trasforma doppi sensi in sensi unici improvvisati, e i mezzi di soccorso restano bloccati nel traffico. I vigili urbani? I veri latitanti. In compenso, a gestire la viabilità ci pensano i parcheggiatori abusivi».
I cittadini denunciano anche l’inquinamento acustico provocato dalla musica a volume altissimo, che nelle ore serali rende difficile anche una semplice conversazione in casa. «Se vogliamo guardare la TV o parlare tra noi, dobbiamo chiudere tutto. Non è vivere, è subire. Qui non si vive più».
Ma al di là del disagio quotidiano, c’è anche una riflessione più ampia sul ruolo della Fiera del Mediterraneo. Un luogo simbolico, nato come spazio di scambio e incontro tra culture, che oggi rischia di diventare altro.
«La Fiera Campionaria dovrebbe essere il motore per rilanciare altre zone della città, come Brancaccio o Tommaso Natale, aree industriali più adatte e meglio collegate», prosegue il residente. «È tempo che le amministrazioni guardino al futuro, e non si limitino a perpetuare soluzioni vecchie e inefficienti».
Lo spazio fieristico, secondo il residente, “avrebbe senso solo se riqualificato come vero polo culturale, magari con la realizzazione del tanto promesso Pala Congressi o la trasformazione in un modello stile Cantieri Culturali, aperto alla cittadinanza e alle associazioni”.
La Fiera fatta in questo modo ci toglie il diritto di vivere
«Oggi possiamo acquistare tutto con un click – conclude Marco – ma non possiamo cliccare sulla solidarietà, sulla pace, sulla partecipazione. È questa la vera fiera che serve a Palermo: quella che fa della cultura e della responsabilità civica un’esperienza quotidiana. Non quella che, per qualche giorno l’anno, ci toglie il diritto di vivere il nostro quartiere».