sabato, 19 Aprile 2025

La rissa è avvenuta ieri pomeriggio in via Simoncini Scaglione, a Brancaccio

Palermo, scontri tra tifosi durante una consegna benefica: feriti e paura tra i bimbi

Doveva essere un pomeriggio di festa e solidarietà, ma si è trasformato in una giornata di paura e violenza. A Palermo, un’iniziativa benefica organizzata da alcuni ultras del Palermo Calcio si è conclusa nel peggiore dei modi, tra risse, feriti e l’intervento massiccio delle forze dell’ordine.

Tutto ha avuto inizio con una consegna di uova di Pasqua ai bambini del quartiere Brancaccio, promossa da un gruppo di tifosi. La prima tappa si era svolta in serenità presso la chiesa guidata da don Ugo Di Marzo, prete molto attivo nel quartiere Sperone e parroco della chiesa di Maria Santissima delle Grazie a Roccella. Qui, tra cioccolato e applausi, sembrava che l’iniziativa potesse rappresentare un momento positivo per il territorio.

Ma la situazione è degenerata poco dopo, quando il gruppo si è spostato in via Simoncini Scaglione, nei pressi di una delle sedi del Centro Padre Nostro, fondato da don Pino Puglisi. Davanti a un’attività per bambini, si sono verificati i primi violenti scontri tra ultras rosanero appartenenti a gruppi diversi. Uno di questi ha un club proprio in via Simoncini Scaglione. E pare che sia proprio questa la ragione della lite: il fatto di aver organizzato un evento davanti ad un club di un altro gruppo ultras. Esagitati si sono affrontati senza curarsi della presenza di minori e famiglie.

Nonostante l’arrivo delle forze dell’ordine, la tensione è proseguita in via Brancaccio, proprio davanti alla sede principale del Centro Padre Nostro. Testimoni parlano di scene da guerriglia urbana: sarebbero comparsi coltelli, mazze e persino badili. Il bilancio, al momento, parla di almeno due giovani feriti, trasportati all’ospedale Buccheri La Ferla. Tuttavia, all’arrivo delle volanti, dei protagonisti degli scontri non vi era più traccia.

Le indagini della polizia sono in corso per identificare i responsabili. Al vaglio degli inquirenti ci sono testimonianze, immagini delle telecamere di sorveglianza e video amatoriali diffusi sui social.

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