Palermo, il City e il maglione della discordia: così non si scalda il cuore dei tifosi

Si è dilapidata la passione del popolo rosanero

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La partita tra il Palermo ed il Catanzaro, terminata con l’ennesima debacle casalinga da parte dei rosanero, ha sancito un vero e proprio punto di rottura tra pubblico e società. Società intesa come vertici dirigenziali e sportivi.

Siamo soliti chiamare il Palermo “la società di viale del fante”, dimenticandoci che oggi, probabilmente, gli uffici ivi allocati servono solo desginazione geografica. Tutto ciò che rientra nell’orbita decisionale grava su altre latitudini. Chiunque sia il vero motore delle azioni rosanero non può e non deve ignorare che la squadra si trova fuori dalla zona playoff, lontanissima da quel “vogliamo migliorarci anno dopo anno tanto sbandierato”. Non può e non deve ignorare che per la prima volta in tre anni uno stadio intero ha contestato l’amministratore delegato, il direttore sportivo e l’allenatore. Non può e non deve ignorare che l’unica vera ovazione è stata riservata all’ingresso in campo di Matteo Brunori, in totale e palese sfregio delle parole del tecnico Dionisi che lo vede non spingente e non performante.

A proposito di Brunori. A fine partita si è parlato di un utilizzo part-time del nove rosanero a causa di un fastidio al polpaccio. Siamo obbligati a crederlo per fede. In nessun report relativo agli allenamenti antecedenti il match contro il Catanzaro, infatti, il Palermo ha dato notizia di un problema fisico dell’attaccante.

Siamo costretti ad immaginare, pertanto, due scenari: o la società arabo-inglese ha posto un veto di assoluta privacy sulla vicenda o il problema fisico di Brunori non era tale da indurre a preoccupazioni di sorta ed il calciatore era abile ed arruolabile per tutti e novanta i minuti. È, tra l’altro, sotto gli occhi di tutti il fatto che l’ex Juventus – appena entrato – si sia prodigato in una serie di scatti e contrasti che tutto lasciavano intravedere tranne un calciatore acciaccato o col timore di farsi male.

Purtroppo, qui, gli unici a cui si sta facendo veramente del male sono i tifosi del Palermo. Si è dilapidata la passione di un popolo che aveva accolto con entusiasmo la scelta del presidente Mirri di affidare al CFG le redini della società rosanero. Si è amplificata la biforcazione tra quello che era il sogno di tornare ad essere calcisticamente grande e la realtà che vede il Palermo sì a 2 punti dalla zona playoff (un ottavo posto che sarebbe comunque fallimentare), ma anche a 4 punti dalla zona playout.

Non ci va di passare per Cassandre della negatività ed è proprio per questo che questa società – se ha a cuore le sorti sportive del Palerrmo F.c. e non soltanto gli aspetti legati all’attività extra campo – deve dimostrare di esserci, di essere in grado di prendere decisioni trancianti e, a gennaio, irrobustire la rosa con elementi di spessore tagliando eventuali rami secchi.

Perchè forse occorre ribadirlo per bene: per togliere il freddo dal cuore del tifoso rosanero occorre un immediato e repentino cambio di marcia. No, caro CFG: non basterà il maglione natalizio del Palermo, 100% in poliestere da acquistare alla modica cifra di €.65,90.