I carabinieri di Santo Stefano di Camastra hanno eseguito una serie di arresti nell’ambito di un’operazione mirata a contrastare i furti di rame. Quattro uomini sono stati sottoposti a misure cautelari per il loro coinvolgimento in una sequenza di furti ai danni di cimiteri del Palermitano e del Messinese, dove sistematicamente trafugavano i pluviali in rame, utilizzati per lo scolo delle acque meteoriche, dalle cappelle gentilizie.
I dettagli dell’operazione: padre e figlio ai domiciliari e un’accusa di ricettazione
Quattro indagati, tra i quali padre e figlio residenti a Santo Stefano di Camastra, che sono stati posti agli arresti domiciliari, poiché ritenuti responsabili dei vari furti nei cimiteri. Un terzo uomo è palermitano ed è accusato di ricettazione, ossia di acquisto e vendita della refurtiva. L’ultimo membro della banda è di Santo Stefano di Camastra e avrà l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza.
L’ordinanza del Gip: un piano criminale metodico e mirato
Le indagini hanno evidenziato uno schema delittuoso ben collaudato, come sottolineato dal Gip Andrea La Spada. Gli autori dei furti avrebbero selezionato accuratamente i loro obiettivi, individuando cimiteri isolati, privi di videosorveglianza e scarsamente illuminati, per poter agire indisturbati in ore serali. Attraverso la geolocalizzazione, si è accertato che gli indagati si recavano nei cimiteri generalmente tra le 19 e le 24, restando sul posto per circa due ore.
Gli arrestati entravano nei cimiteri superando muri di cinta o utilizzando scale predisposte per l’occasione; in alcuni casi, tagliavano la rete di recinzione e accedevano con i veicoli all’interno delle aree cimiteriali. Dopo aver staccato i pluviali di rame dalle cappelle, li accartocciavano per agevolarne il trasporto, caricandoli in auto prese a noleggio. Una volta concluso il furto, contattavano il palermitano per organizzare la consegna della refurtiva e monetizzare il bottino. Tra le prove raccolte dagli inquirenti, anche alcuni selfie fatti in auto dagli indagati, in cui si vedono chiaramente i pluviali di rame accartocciati nel retro delle auto.
Le investigazioni hanno incluso appostamenti, l’analisi delle telecamere installate nelle vie limitrofe ai cimiteri, l’analisi dei dati dei telefoni cellulari e della loro geolocalizzazione, l’uso del sistema Telepass per verificare i transiti autostradali, e il monitoraggio satellitare di una delle auto utilizzate.
Un furto sistematico: centinaia di metri di rame per migliaia di euro
Secondo le stime, ogni operazione permetteva agli indagati di impossessarsi di centinaia di metri lineari di rame, con un peso complessivo di diverse centinaia di chilogrammi (fino a 500 chili), per un valore di migliaia di euro per furto. .