Il mal di casa continua. Il Palermo non riesce più a vincere al Barbera e sulla scia dello scorso anno impatta contro il Cesena in uno zero a zero che tale è solo grazie al VAR. I romagnoli si sono visti annullare tre gol contro uno invaliditato ai rosa e più di un dubbio lascia la decisione sul terzo gol nel quale Shpendi viene giudicato in fuorigioco anche se non tocca il pallone.
È finita bene dunque, considerando come si era messa la partita, perché la sensazione è che mai il Palermo l’avrebbe ripresa se quel gol di Kargbo fosse stato convalidato. Una squadra con poche idee e peraltro confuse. Solito modulo e soliti schemi con poco giro palla e una ricerca spasmodica di verticalizzazioni per compagni spesso irraggiungibili. Dionisi sta lavorando e magari in futuro questo modo di giocare darà i risultati sperati ma al momento la sterilità offensiva è il simbolo di questa squadra.
Anche ieri le cose migliori si sono viste nelle ripartenze e questo spiega il fatto che in trasferta si sia già vinto due volte. Serve altro però se si vuole ambire alla promozione. Occorre una impostazione tattica mutevole e non integralista perché le partite vanno lette durante il loro svolgimento e non solo preparate. Serve maggiore lucidità nella trequarti avversaria e più precisione sotto porta. I numeri di ieri sono emblematici in questo senso: 14 tiri verso la porta con uno solo nello specchio. Qualcuno potrebbe utilizzare l’alibi delle troppe assenze, ben otto ieri, ma non Dionisi che con grande onestà intellettuale ha detto che questo organico non può e non deve patire questa situazione, essendo costruito con tanti doppioni nei ruoli.
Nulla di catastrofico, sia chiaro, nella analisi di questo primo scorcio di campionato, ma alcuni elementi di riflessione ci sono già e farà bene il tecnico a non sottovalutarli. Perché è vero che il campionato è lungo ma è altrettanto vero che è opportuno, anche per il morale della squadra iniziare a scalare posizioni, perché l’undicesimo posto attuale è sicuramente una mezza delusione per i tifosi. In 23 mila ieri, contro una neopromossa, in una giornata molto sentita definita da tanti il Totò Schillaci Day, hanno affollato gli spalti del Renzo Barbera. E tutto ciò, senza voler rispolverare polemiche antiche, è un vantaggio e non un problema.