Il Palermo Fc ha da qualche giorno presentato la campagna abbonamenti per la stagione 2024/2025. Amara sorpresa per i tifosi rosanero che avevano sperato di trovare sotto l’ombrellone un gradito regalo sotto forma di prezzo più o meno agevolato per sottoscrivere la tessera per il prossimo campionato di Serie B.
Gradinate e curve: in due anni dal 17 al 23% in più
Prendendo, infatti, come parametro di riferimento il prezzo degli abbonamenti in vendita libera per le curve e la gradinata inferiore e superiore, ci si accorge immediatamente di un rincaro del 10% (abbondante nel caso di curve e gradinata inferiore) rispetto alla stagione precedente. Che – peraltro – va a sommarsi all’aumento già avvenuto nel corso della campagna abbonamenti 2022/2023. In pratica – prendendo in considerazione l’ultimo triennio, ossia quello relativo alla serie B – la vendita libera di un abbonamento in curva è passata dai 190 euro del 2022/2023 ai 235 per la stagione ai blocchi di partenza (circa il 23% in più). Da 275 euro a 330 per la gradinata superiore (il 20% in più); dai 350 euro a 410 ero per la gradinata inferiore (circa il 17% in più).
Palermo continua a non essere Zurigo
“Palermo non è Zurigo”, disse polemicamente una volta il Presidente Mirri quando gli si chiedeva di eventuali nuovi investitori. Se, dal punto di vista strettamente societario, con l’avvento del CFG la situazione è diventata pure migliore della ridente cittadina elvetica, lo stesso non si può dire per l’aspetto economico e sociale della città. Che sarà pure la quinta città d’Italia, ma che – forse – non merita un fenomeno inflattivo così poderoso dopo un biennio di soddisfazioni poche e amarezze tante.
È il prezzo della coesione, baby
Non possono non tornare in mente le parole dell’amministratore delegato Gardini nell’ultima celeberrima autointervista. Il dirigente rosanero ha parlato a più riprese di “coesione” mettendoci dentro anche la componente legata alla tifoseria. Se il “calcio di inizio” di questa coesione è aumentare (per il secondo anno di fila) il costo degli abbonamenti, forse era meglio l’ormai consueta “appartenenza”.