Capaci, murale contro il malaffare e la rassegnazione: si ispira a Michelangelo

L'opera è visibile dalla statale 113 che attraversa il centro di Capaci

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Un altro murale dell’artista Peruviano Carlos Atoche fa bella mostra di sé a Capaci. L’opera alta 15 metri e realizzata totalmente a mano libera, è dedicata ai Capacioti e al loro impegno quotidiano nel tentativo di contrastare il malaffare e la rassegnazione. “Questo murales – dice Carlos Atoche – è una opera inspirata ad una scultura di Michelangelo, una scultura rinascimentale appartenente alla serie dei Prigioni. Una serie affascinante di sculture non finite, dove i protagonisti cercano di “liberarsi” dallo stesso masso che li compone. Nell’opera, un uomo sorregge il peso di un macigno, simboleggiante la Montagna che circonda il paese di Capaci, sinonimo di forza, ma anche della tenacia con cui gli stessi cittadini sono quotidianamente impegnati per riscattare il nome della propria comunità. Sono emozionato – conclude Carlos Atoche – nel vedere come i semi piantati anni fa inizino a dare i loro frutti”.

Carlos Atoche al lavoro

Il Prigioniero nel murale, lotta per la sua libertà, dando la sensazione a noi spettatori di essersi liberato da questo senso di fatica dal quale è stato attanagliato da tempo. La sua indipendenza è la stessa dei Capacioti, i quali sono riusciti a trasformare questo peso, in un simbolo di tempra e libertà. “A Carlos – commenta il sindaco Pietro Puccio – va la nostra gratitudine per aver accettato l’invito e per aver donato alla nostra comunità un’altra sua opera. Contiamo sul dibattito che possano fare scaturire questi murales, con l’obiettivo di seminare bellezza e imparare a riconoscere una vera opera d’arte”.

Il nuovo murale è visibile dalla statale 113 che attraversa il centro di Capaci. “Affrontare questo argomento – dice il fotografo Antonio Vassallo, che ha curato l’aspetto organizzativo – non è un’operazione semplice quanto l’esercizio che la memoria storica richiede, come mezzo fondamentale per imparare dal nostro passato e riconoscere le conquiste sociali ottenute nel tempo. Per approfondire e creare coscienza è necessario generare dibattito sull’argomento. Spero che questa opera possa essere un punto di riflessione ed ispirazione per le future generazioni”.