Mancavano dispositivi di sicurezza: anomalie sulla tragedia di Casteldaccia

queste ore la procura di Termini Imerese ha interrogato il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza della Quadrifoglio group di Partinico

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Gli operai morti ieri a Casteldaccia non avevano le maschere provviste di filtro necessarie per entrare in ambienti confinati ed erano sprovvisti di dispositivi di sicurezza, tipo il gas alert che rileva la presenza di sostanze nocive. Quest’ultimo dispositivo è stato utilizzato sul posto dopo la tragedia dai vigili del fuoco. Esso ha rilevato la presenza di idrogeno solforato che superava il limite tollerabile di ben 10 volte. Un veleno che di fatto ha ucciso i cinque operai.

In queste ore la procura di Termini Imerese ha interrogato il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza della Quadrifoglio group di Partinico, ditta esterna che avrebbe dovuto sistemare alcuni tombini in via Nazionale a Casteldaccia coperti dall’asfalto. Da capire perché gli operai sono entrati invece nella vasca dell’impianto di sollevamento, tra l’altro senza dispositivi di sicurezza.

Tra gli operai deceduti c’è anche Giuseppe La Barbera, interinale di Amap. Lui era lì solo per supervisionare i lavori della ditta subappaltante. E invece anche lui si è calato nella vasca. Forse un tentativo estremo di salvare i colleghi. Una generosità che avrebbe pagato con la vita.