Un nuovo murale a Palermo. È in onore di Pio La Torre, ucciso dalla mafia nel 1982. A realizzarlo è stato l’artista Igor Scalisi Palminteri che lo ha dipinto su una delle pareti dell’Istituto Industriale Vittorio Emanuele III, a poca distanza dalla porta dei giganti, dove ci sono i murales di Falcone e Borsellino.
“Chi l’ha realizzato aveva preparato tre bozzetti – spiega Franco La Torre, figlio del politico alla redazione di QdP – . Due con immagini più tradizionali di mio padre adulto, una molto formale, con giacca e cravatta, sguardo molto ficcante. Un’altra ancora di profilo, con maniche corte e una postura più affabile, più familiare. E infine questa terza, alla Elvis Presley. Perché la foto da cui è tratto il murale è una foto fine anni ’40, primi anni’ 50. Mio padre doveva avere tra i 22 e i 24 anni”.
Per realizzare il murale è stato costituito il Comitato “A Pio La Torre dall’ITI Vittorio Emanuele III”. Grazie ad esso è stata possibile la raccolta dei fondi indispensabili per le spese necessarie all’opera d’arte. La scelta dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III non è casuale. È la scuola in cui Pio La Torre, infatti, ha conseguito il diploma.
“Si è diplomato perito meccanico nell’estate del 1945 – racconta il figlio -. Poi conseguì la licenza liceale da esterno, nella stessa estate, e in autunno si iscrisse alla facoltà di ingegneria dell’Università di Palermo. Non aveva ancora compiuto 18 anni quel figlio di poveri contadini che aveva riscattato sé stesso e cambiato il suo destino”.
Pio La Torre avrebbe in realtà voluto iscriversi al Ginnasio: “Ascoltó l’incitamento di sua madre Angelina, analfabeta di origine lucana che non faceva altro che ripetere ai suoi figli di studiare per cambiare quella vita. Lui raccolse l’invito. Ma all’epoca i figli dei contadini poveri non potevano certo andare al ginnasio – specifica Franco La Torre -. E quindi dopo le elementari frequentó all’avviamento professionale, e poi, ovviamente, un istituto tecnico. Un diploma col quale non si poteva accedere all’Università. Era un’Italia diversa, aristocratica, era un regno. Poi si iscrisse in ingegneria, in una specializzazione che garantiva sicuramente una carriera che avrebbe potuto consentire a Pio la Torre non solo di avanzare nella scala sociale, ma di dare un contributo anche a tutta la sua famiglia. Poi – continua La Torre – coincidenze della vita, il professore che lo aveva assistito per la preparazione agli esami da privato per la licenza scientifica, era il suo insegnante dell’istituto tecnico industriale che, raccontava mio padre, lo aveva aperto alle dottrine sociali. Se ce l’ho fatta io – diceva – ce la possono fare anche i miei amici di gioventù, altri figli di contadini poveri nella contrada di Altarello di Baida. È per questo che decise di impegnarsi nelle lotte sociali, prima come dirigente sindacale, poi nella Cgil, poi come dirigente politico del PC per il riscatto di Senza Terra. Lui diceva che la politica è il mestiere più bello che c’è, perché permette a chi non può farlo da solo di risolvere i problemi”. L’inaugurazione del nuovo murale è prevista per giorno 29 aprile.