Palermo, ceduto Mateju allo Spezia: chi prenderà il suo posto da capro espiatorio?

Se n'è andato il calciatore forse più discusso della gestione Corini

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“Ringrazio tutta la città e la squadra del Palermo, non è facile per me andare via, ho conosciuto una grande città, tifosi e compagni. Auguro a tutto il Palermo il meglio per il futuro. Sempre forza Palermo”. Con queste dolci parole, Ales Mateju si è accomiatato dal capoluogo siculo per trasferirsi allo Spezia. Parole che forse Palermo non merita visto che il ceco è stato utilizzato costantemente come capro espiatorio da lapidare in piazza. Come se Mateju fosse stato in questo anno e mezzo il male assoluto della squadra rosanero, la zavorra che ha impedito alle aquile di spiccare il volo verso traguardi più importanti, di centrare i playoff l’anno scorso e di dominare il campionato quest’anno. 

Che non sia proprio così, pur essendo un’ovvietà, vale la pena ribadirlo. Se non altro perché in tanti si sono divertiti a crocifiggere settimana dopo settimana il difensore ex Brescia, che di certo non è Cafu, ma un diligente soldatino che, fedele alla causa coriniana, ha risposto sempre presente, giocando praticamente in tutti i ruoli del pacchetto arretrato. Bene a volte, male diverse altre. Questo è innegabile.

2 GOL A PARTITA SUBITI SENZA MATEJU

Le opinioni, però, fanno spesso a pugni con i dati oggettivi, con i freddi numeri. Numeri che certificano che con il vituperato Mateju in campo il Palermo ha subìto 16 gol in 16 partite (media di uno a partita), mentre con il ceco fuori dal rettangolo di gioco sono stati 11 gol subìti in 5 partite (praticamente il doppio ad ogni incontro). Coincidenze, fatalità, sfortuna: di certo il danese Graves – che, a proposito di crocifissioni, è stato voluto fortemente in campo proprio come quando il popolo scelse Barabba – non ha evidentemente garantito quella solidità difensiva che gli si chiedeva. Sono già lontani i tempi in cui – dopo le prime apparizioni in maglia rosanero – i tifosi lo avevano già incoronato come “il nuovo Kjaer”.

UN MUGUGNO CONTINUO COME COLONNA SONORA DI OGNI GIOCATA

Non un fenomeno Mateju. Non aveva mai dichiarato di esserlo, né il Palermo aveva creduto di aver acquistato il terzino destro più forte del mondo. Ma dopo averlo sbertucciato come un Aguirregaray qualsiasi bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di ammettere che forse gli attacchi subìti dal ceco (non quelli in campo) sono stati eccessivi. Un calciatore che – nonostante il pesante borbottio del Barbera ad ogni pallone toccato, un rumore che solo chi frequenta lo stadio può capire – non ha mai avuto nei confronti del tifo rosanero né una parola fuori posto, né un gesto polemico, nè l’ormai usato ed abusato sfogo social. Anzi, chiudendo la porta, ha salutato la sua ex tifoseria come se del Palermo fosse stata una bandiera o uno dei calciatori più amati. Si chiama educazione, garbo, stile. Mateju si porta via il suo scettro da parafulmini: da adesso certi odiatori seriali saranno un po’ più soli, ma siamo certi che basterà poco per individuare il prossimo nemico da esporre al pubblico ludibrio.