Mamma racconta odissea al Di Cristina. Natalia Re: “La sanità va umanizzata”

Sul giornale La Repubblica lo sfogo di una donna il cui figlio è stato ricoverato sia a Palermo che a Genova. Due ospedali agli antipodi nonostante siano entrambi pubblici e entrambi in Italia

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Ha fatto molto discutere lo sfogo di una mamma, Gabriella Fiore, che sul quotidiano La Repubblica ha raccontato l’odissea vissuta durante il ricovero del figlio nel reparto Nefrologia dell’ospedale Di Cristina di Palermo. La donna, in una lettera, racconta di sveglie all’alba per eseguire esami delle urine raccolte in bicchieri di plastica, di ludoteche con giocattoli rotti, di liti, di esiti medici incerti e dati in ritardo e di altri disagi. Il successivo ricovero del figlio all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, in cui ogni cosa sembra funzionare alla perfezione, ha fatto nascere nella testa di Gabriella Fiore tante domande. Una su tutte: sono due ospedali pubblici italiani, perché tante differenze?

Natalia Re, presidente del Movimento Italiano per la Gentilezza, è intervenuta sul tema: “La sanità va umanizzata, servono più empatia e sensibilità tra il personale sanitario e la vicenda dell’odissea vissuta da Gabriella Fiore, mamma del bambino che è stato ricoverato nel reparto di Nefrologia pediatrica del ” Di Cristina” e poi trasferito al “Gaslini” di Genova – ha scritto Re in una nota – non può essere assolutamente sottovalutata e richiede una riflessione profonda oltreché il diritto di replica del personale oggetto di accuse che vanno comunque accertate. Polarizzare le opinioni non fa bene a nessuno, così anche esprimere condanne”.

Tante le reazioni, tra cui quella del presidente della Regione Renato Schifani, che a La Repubblica ha dichiarato di volerci vedere chiaro sulla vicenda e che è sua intenzione, da quando si è insediato, aprire un polo di eccellenza pediatrico in Sicilia.

“Abbiamo apprezzato molto l’intervento tempestivo del presidente Schifani per fare luce sulla vicenda ha detto Natalia Re – e il Mig é pronto a dare il proprio contributo al Presidente della Regione ed alla collettività tutta, proponendo l’adozione, nelle strutture ospedaliere, del nostro decalogo sulla Gentilezza e percorsi di educazione alle emozioni ed all’ uso corretto del linguaggio. Un elenco – ha proseguito – sulle buone pratiche comunicative tra sanitari e pazienti, per riallacciare il filo di una comunicazione educata e dolce, che sappia parlare a chiunque e confortare e possa anche porre limite alle violente aggressioni cui spesso, lo stesso personale sanitario, è vittima indifesa. E’ un dovere etico – ha concluso Re – che ci obbliga a curare la nostra società malata, vittima di disattenzione e di volgare violenza. Un muro che può essere abbattuto solo se si lavora in sinergia”.