Cane bruciato vivo, parla l’aggressore: “Era un diavolo, meritava questa fine”

Alcuni animalisti, tra cui il noto attivista Enrico Rizzi hanno fermato l'uomo al Giardino Inglese di Palermo, proprio nei pressi del luogo in cui è stato bruciato il cane

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Cane bruciato vivo a Palermo
L'animalista Rizzi e l'uomo che ha bruciato il Pitbull

“Era un diavolo, un killer da combattimento, un posseduto. Per questo l’ho bruciato, meritava questa fine”. A parlare è l’individuo che martedì sera ha dato fuoco ad Aron, un cane di razza Pitbull adulto che adesso è ricoverato in fin di vita in una clinica veterinaria di Palermo.

Stamani alcuni animalisti, tra cui il noto attivista Enrico Rizzi e l’associazione “Un’anima mille zampe Italia” con il presidente nazionale Gaspare Camarda, sono stati avvisati della presenza dell’uomo al Giardino Inglese di Palermo, proprio nei pressi del luogo in cui è stato bruciato il cane, e lo hanno fermato, realizzando anche una diretta su facebook. “Ha aggredito un barboncino al Teatro Massimo e lo ha lasciato in fin di vita – ha continuato cercando di giustificarsi -. Non mangiava il cibo del supermercato, voleva sangue, si mangiava i gatti. Se avesse ammazzato un bambino chi lo avrebbe pagato?”.

A chi gli faceva notare che i cani possono anche essere educati ha risposto: “Un cane così non lo puoi educare”. Poi la situazione è degenerata. Il soggetto ha cercato di andare via ma è stato accerchiato dalla folla. Dopo aver sputato in faccia ad un animalista è uscito dal cancello del Giardino Inglese ed è andato verso piazza Croci dove ha cercato di salire su un autobus di linea. Ma la gente glielo ha impedito. Sono dunque arrivati i carabinieri che hanno cercato di calmare gli animi. L’uomo è stato colpito con un colpo di ombrello mentre minacciava di denunciare tutti. I militari lo hanno caricato in auto e lo hanno portato via.